Da poco più di un giorno il Senato ha approvato la risoluzione dell'Unione sulle cellule staminali: uno dei prossimi traguardi della ricerca scientifica. Su questo e altri argomenti abbiamo parlato con il professor Edoardo Boncinelli, scienziato, ricercatore e docente universitario all'Università san Raffaele di Milano, molto noto per i suoi numerosi saggi divulgativi sul rapporto della scienza con la filosofia, la fede e sul concetto di genoma umano. Boncinelli è nato a Rodi nel 1941, ma ha studiato e vissuto a Firenze, laureandosi in fisica proprio all'Univeristà di Firenze, con una tesi in elettronica quantistica. Il suo approccio alla scienza e alla vita di scienziato è concreto e diretto: "gli scienziati sono ancora considerati degli eroi – afferma -. Quello che gli scienziati fanno è cercare di risolvere problemi e anche dietro a scoperte apparentemente piccole ci sono grandi, grandissimi sforzi".
Prof. Boncinelli, che cosa sono precisamente le cellule staminali?
Sono cellule, per così dire, ancora "bambine" che possono essere indirizzate a svolgere funzioni molto diverse fra loro. La ricerca in questo campo può essere importante. Così come sono importanti, e ancora un po' arretrate, le ricerche sul genoma umano, quello che io definisco come l'insieme delle istruzioni per l'uso del nostro corpo. Ogni singola cellula del corpo ha una copia del genoma, una copia di questo testo con su scritto come comportarsi in ogni momento della vita.
Qual è l'elemento di più difficile comprensione nel corpo umano?
Sicuramente i geni, perché in realtà non sono controllabili. Faccio un esempio forse banale, ma chiaro. Se un lombrico viene colpito da un oggetto, la sua reazione è del tutto prevedibile: può arricciarsi o ritrarsi. Se è un uomo a essere colpito, chi può sapere quale sarà la sua reazione? Puù urlare, piangere, o rimanere impassibile.
Quali sono secondo lei le scoperte scientifiche che hanno segnato in assoluto i destini della vita dell'uomo?
E' difficile fare una classifica. Sicuramente ci hanno molto influenzato le scoperte nel campo della fisica. E gli ultimi 50 anni sono quelli della biologia. Le pietre miliari di quest'ultimo secolo riguardano in gran parte il dna: è infatti del 1966 la scoperta della conformazione del Dna, del suo funzionamento, di come il dna comunichi con le proteine e riesca in questo modo a passare informazioni al corpo.
Fino a poco tempo fa era molto di moda il termine "ibernazione". Lei cosa ne pensa?
E' un'idea troppo prematura. Come quando negli anni '80 si pensava che nel 2000 la nostra vita sarebbe stata segnata dall'automozione e dai robot, cosa che ancora non si è realizzata. Sull'ibernazione, della quale ancora non si può esser certi a livello scientifico, sarei d'accordo solo per inviare uomini in una missione spaziale.
Che rapporto ha uno scienziato con la fede?
Personalmente non sono credente né praticante, anche se nessuno lo è del tutto. Vedo in Dio un simbolo della trasformazione della fatica quotidiana in azioni concrete. Ma anche uno scienziato può vivere e credere e in Italia sono tanti.
E che tipo di approccio ha, invece, con la professione che svolge?
Uno scienziato risponde a una cognizione o a un'idea che ha su un elemento del mondo. Il problema di questa professione, spesso frenata per motivi economici, è passare dall'esperimento di laboratorio all'applicazione di massa. Per essere giusto uno scienziato non dovrebbe imbrogliare le persone, non dovrebbe mentire nei risultati e negli esperimenti e non dovrebbe rubare le idee a scienziati più giovani e firmarli col proprio nome.
Quali sono i suoi prossimi lavori editoriali?
Sto lavorando a due libri che usciranno nei prossimi mesi. Uno è sul tema del "male". Cerco di dimostrare che in natura il male non esiste. L'altro lo stiamo scrivendo a quattro mani io e il filosofo Giulio Giorello sul concetto della libertà. Da parte mia, sostengo che l'organismo umano è così complesso che deve per forza lasciarci libertà di scelta, perché non è in grado di controllarci del tutto. Il libro sarà idealmente anticipato da un dibattito tra me e Giorello il 24 agosto a Cortina.
Agnese Fedeli
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