Non è vero, ma ci credo: al lavoro fisso si fa finta di non credere più, ma sotto sotto tutti lo sognano. Gli atipici sono una nuova categoria lavorativa in continua espansione. Contratti precari e rapporti di lavoro sempre più flessibili, in Toscana aumentano proporzionalmente ogni anno. Il dato emerge dal rapporto 2004 Ires Toscana sul lavoro atipico in regione, presentato ieri mattina. "La lotta al lavoro precario è uno dei temi inseriti nel piano d'indirizzo integrato che sarà discusso in Regione nel mese di settembre – ha affermato l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini -. Tra gli interventi che prevediamo di mettere in atto, c'è anche l'istituzione di un fondo di garanzia per l'accesso al credito da parte degli atipici". Il fondo dovrebbe essere di un milione di euro e rappresenta un passo per favorire lavoratori sottopagati o che vivono situazioni contrattuali difficili, nel dare stabilità alla propria vita, comprare casa, farsi una famiglia. E i contratti degli atipici stanno assumendo nomi sempre più "creativi": l'Istat ha imparato a classificare, in questi ultimi anni, ben 21 forme di contratto diverse dal lavoro fisso a tempo indeterminato.
"Nel 2004 gli atipici in senso stretto erano 169mila in tutta la regione, con un'incidenza sul mercato del lavoro regionale dell'11,4%. Gli atipici diventano 289mila, se si inseriscono nel campione anche tutti coloro che lavorano part tima a tempo indeterminato, che sono comunque lavoratori atipici" ha detto Marco Batazzi dell'Ires Toscana, che ha realizzato la ricerca sul mercato flessibile. L'incidenza degli atipici del 2004 in Toscana è superiore al dato che in Italia si registra nel 2005: in tutto il Paese gli atipici, che numericamente sono 2.484.000, rappresentano l'11% della forza lavoro. Uomini e donne finiscono per lavorare come atipici indistindamente dal proprio percorso di studi.
La schiera degli atipici, che mediamente hanno tra i 25 e i 40 anni, è andata aumentando proporzionalmente, sia in Italia sia in Toscana, anno dopo anno. Basti pensare che in regione i lavoratori parasubordinati nel 1996 erano 80.977, nel 1997 il numero schizza a oltre 100mila – 101.659, per la precisione -. Il numero non accenna a diminuire con il passare degli anni: 119.976 nel 1998, 135mila nel 1999, 149mila nel 2000, 167mila nel 2001, 190mila nel 2002. I parasubordinati toscani superano le 200mila unità nel 2003, quando in tutto sono 222.872.
Dal rapporto Ires Toscana sul lavoro atipico 2004, che prende in considerazione i dati finoal 31 dicembre 2003, si può capire anche in quali zone della regione si è intensificato maggiormente il lavoro atipico. Il lavoro a termine risulta essere cresciuto maggiormente nelle province di Prato, +49,6%, di Pisa, +33,8%, Livorno, +17,5%, e Pistoia, +13,1%.
Il rapporto Ires Toscana disegna un identikit dei lavoratori atipici che ancora sognano di raggiungere prima o poi un posto fisso: la quasi totalità del campione intervistato spera di essere assunto a tempo indeterminato e di smettere di vivere di lavori saltuari. Il 63,5 % degli intervistati toscani confessa che il lavoro atipico non è stata una scelta ma un'imposizione.
Agnese Fedeli
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