venerdì 25 febbraio 2011

Superjet assumerà 200 addetti in 2 anni

Pubblicato su Sole24 Ore Nord Est il 2 febbraio 2011


Ingegneri aeronautici, manodopera specializzata, ma anche personale per il commerciale e il customer care-service saranno le figure professionali maggiormente ricercate nei prossimi anni per l'implementazione di SuperJet International, joint venture tra la società di Finmeccanica Alenia Aeronautica (51%) e la sovietica Sukhoi Holding (49%). SuperJet, che ha la sua sede italiana nell'area aeroportuale di Venezia 'Marco Polo', conta attualmente circa 200 dipendenti.
E' in via di rafforzamento grazie soprattutto al recente accordo da 650 milioni di dollari firmato con la seconda compagnia aerea del Messico. La Interjet, di proprietà della famiglia Velasco, ha infatti formalizzato l'acquisto di 15 Sukhoi SuperJet 100 (SSJ100), con opzione per altri cinque mezzi. L’SSJ100 è un jet regionale da 100 posti, progettato secondo standard innovativi che consentono bassi costi operativi e bassi consumi. Il velivolo viene costruito negli stabilimenti sovietici e in seguito customizzato nella sede veneziana. Grazie all'intesa appena siglata - e grazie soprattutto al carico di lavoro che si profila per i prossimi anni - il numero di dipendenti potrebbe addirittura raddoppiare entro il 2014, tanto in SuperJet International, quanto in Alenia e nell'indotto veneto del settore.
Le previsioni sull'organico sono state spiegate dal neo Amministratore Delegato di Superjet International, Claudio Logli, nominato il 17 dicembre scorso ed in carica per i prossimi tre anni. “Attualmente in SuperJet International Venezia siamo circa 200. Un numero che contiamo di raddoppiare nei prossimi due anni, periodo in cui pensiamo di raggiungere una capacità produttiva di 3/4 velivoli al mese”, ha spiegato Logli.
Appoggia questa previsione anche l'Ad di Alenia Aeronautica, Giuseppe Giordo, che ha affermato che in Veneto circa 600 persone sono oggi direttamente occupate nel settore aeronautico. Considerando l'indotto si arriva a quota 1000.
I Superjet 100 destinati alla messicana Interjet arriveranno negli stabilimenti veneziani a partire da marzo/aprile 2012: a Tessera si realizzerà nello specifico l'operazione di personalizzazione dei velivoli, in particolare relativamente agli interni. Per il 2012 si prevede di effettuare una consegna al mese, due al mese per il 2013, fino a 4 al mese per il 2014 e il 2015, quando l'attività sarà a pieno regime.
Agnese Fedeli

L'energia dall'olio vegetale

Pubblicato su Sole24 Ore Nord Est - 15.12.2010
Olio vegetale e impianti a microturbine a gas: prove di dialogo vincenti. E' nata in provincia di Treviso la prima sperimentazione al mondo di un impianto a microturbine a gas per produrre energia a cogenerazione - ossia elettrica e termica, in maniera combinata – alimentato ad olio vegetale puro. Per esempio olio di semi, di girasole, di oliva o di colza. Un'applicazione che sposa energie rinnovabili e innovazione tecnologica.
L'azienda che ha prodotto il primo esemplare in funzione già da alcune settimane è la Ibt Group di Villorba (Treviso). L'impresa, avviata nel 2000 su iniziativa di Ilario Vigani, conta oggi un fatturato di 6 milioni annui e un totale di 16 addetti. In questi dieci anni Ibt, partner esclusiva per l'Italia dell'americana Capstone Turbine Corporation, si è specializzata sempre più in sistemi di autoproduzione energetica ed ha combinato la tecnologia delle microturbine a gas all'uso di olio vegetale puro. La macchina è frutto di un progetto di ricerca sostenuto dalla Regione Toscana e portato avanti in collaborazione con Spike Renewables, start up dell'Università di Firenze.
Tra i vantaggi di questa applicazione, le ridotte dimensioni dell'impianto, le basse emissioni in atmosfera e la minore necessità di manutenzione rispetto ad impianti di dimensioni superiori. L'impianto ha una potenza compresa tra i 35 e i 60 Kw con un consumo di circa 11 litri di olio all'ora, per un rendimento elettrico del 27% circa. L'unico elemento di perplessità può essere rappresentato dal costo dell'impianto, che si aggira intorno ai 100mila euro, il 10-15% in più rispetto a impianti tradizionali. Il guadagno si conta in termini di energia pulita e di emissioni più basse, senza considerare gli incentivi di ,28€/kwh previsti dalla legge 99/2009 e dalle successive circolari ministeriali.
“Con questo tipo di macchine di fatto riusciamo ad abbattere i consumi e l'energia che spesso si spreca a causa delle grandi dimensioni degli impianti – spiega il titolare di Ibt Group Ilario Vigani –. Essendo di piccola taglia, tutta l'energia prodotta viene utilizzata per produrre calore. Le emissioni prodotte sono addirittura di 100 volte inferiori rispetto ad impianti tradizionali. I nostri utilizzano una tecnologia speciale, di derivazione aeronautica, una microturbina a gas alimentata ad olio naturale. Per tutte queste caratteristiche, ci immaginiamo che possano ben adattarsi alle esigenze di realtà agricole di piccola dimensione, agriturismi, aziende e produttori locali, serre, allevamenti e tutto il settore floro-vivaistico”.
Materialmente ospita il primo impianto funzionante, dopo un primo prototipo, la toscana Silo s.p.a., azienda leader in Italia nella produzione di materie prime alternative per la produzione di biocarburanti e di oli vegetali puri ad uso industriale.
In queste prima settimane di attività la macchina viene costantemente monitorata per capirne la risposta in base alla tipologia di olio vegetale con cui viene alimentato.
Agnese Fedeli

domenica 20 febbraio 2011

Centri commerciali naturali. I luoghi delle eccellenze


Mezzo milione di euro per il finanziamento e il sostegno ai Centri Commerciali Naturali toscani: a tanto ammontano le risorse previste da un bando in via di pubblicazione che premierà eccellenza, prodotti tipici e shopping di vicinato. Con un flash sulla rete “Vetrina Toscana” per aderire alla quale si avrà tempo fino a marzo
Quella dei Centri Commerciali Naturali è una concezione del commercio che si è rapidamente diffusa negli ultimi anni e che rappresenta un modo di vedere lo shopping al tempo stesso antico e innovativo. Da una parte consente alle piccole e alle microimprese commerciali dei centri storici di associarsi e di presentarsi con un unico marchio; dall'altra, riesce a dare nuova vita a zone della città che rischiano di rimanere abbandonate, spesso a causa della grande distribuzione. 
I Centri Commerciali Naturali (CCN) della Toscana sono 173 e raggruppano complessivamente più di 15mila piccole e microimprese, riunite in 150 associazioni.

Secondo le prime anticipazioni, il bando sarà rivolto alle associazioni di imprese che formano i CCN e seguirà la strada già segnata da altri finanziamenti precedenti. I 500mila euro veicolati dalla Regione Toscana per il biennio 2011-2012, provenienti dal Fondo Sociale Europeo, andranno a cofinanziare al 50-60% i progetti più interessanti dei vari Centri Commerciali Naturali: dall'ideazione di una nuova carta fedeltà per i clienti, alla stampa di brochure esplicative, dall'organizzazione di eventi ad hoc in grado di promuovere i centri storici, alle forme di incentivazione del parcheggio per chi sceglie di fare shopping in centro. Il rimanente 50-40% dei fondi sarà sostenuto dalle associazioni d'imprese ed eventualmente dalle amministrazioni locali.

I Centri Commerciali Naturali: cosa sono?
Si parla di CCN ormai da oltre 10 anni: sono quei luoghi caratterizzati da una forte vocazione al commercio per motivi urbanistici e storici. Si possono trovare nel centro dei borghi e dei paesi, così come allo stesso tempo sono Centri Commerciali Naturali anche le aree più estese della grandi città. I primi progetti di promozione dei CCN hanno riguardato la riqualificazione urbanistica del centro storico di molti paesi, città e borghi storici. 
I CCN si trovano diffusi in tutta la regione, con un picco nel capoluogo. In particolare sono 14 in provincia di Arezzo, 50 a Firenze e nei comuni circostanti, 13 nel grossetano, 17 a Livorno e a Lucca. Solo 7 tra Massa e Carrara, 18 nel pisano, 10 in provincia di Pistoia e 27 nella città del Palio, Siena.

I progetti già finanziati: fidelity card, promozioni e mobilità
Negli ultimi due anni la Regione Toscana ha messo a disposizione quasi 1,3 milioni per finanziare 47 progetti dedicati all'aggregazione di imprese e all'assistenza ai Centri Commerciali Naturali. Tra gli altri, la realizzazione di siti web dedicati ai singoli CCN – è avvenuto per la Rete dei Centri Commerciali Naturali del Monte Pisano dei comuni di Buti, Calci, Cascina, San Giuliano Terme, Vicopisano, Vecchiano, che totalmente riuniscono 310 microimprese. E ancora la pianificazione di sconti ed occasioni speciali grazie alla fidelity card del Centro Commerciale Naturale, realizzata nella rete della Val di Cornia (260 imprese) dove chi fa un acquisto in uno dei negozi aderenti riceve un coupon che dà diritto a uno sconto nei cinema o nei ristoranti della zona. 
Per andare incontro ai clienti, non possono mancare progetti a sostegno dei parcheggi e della mobilità: ci ha pensato il CCN di Pistoia (110 operatori totali) che ha raggiunto un accordo con la società che gestisce i parcheggi in città per erogare 5000 ore di sosta gratuita e organizzare un servizio di navetta per chi è diretto nel centro storico. 
I fondi in questione quindi non sono tanto finanziamenti a pioggia per le singole imprese, quanto la facilitazione e il sostegno nel realizzare infrastrutture o strumenti di comunicazione “corali”.

“Vetrina Toscana”, la ristorazione eccellente dai prodotti tipici alla tavola
Quella dei Centri Commerciali Naturali è una strategia vincente nella promozione del territorio e delle realtà economiche che la popolano. In Toscana, la realtà dei CCN si coniuga con molte altre iniziative che tendono alla valorizzazione dell'artigianato artistico e dei prodotti tipici. Tra le altre segnaliamo “Vetrina Toscana”, una rete di 870 tra ristoranti e botteghe alimentari diffuse in tutta la regione, contraddistinti da uno stesso logo applicato sulla porta d'ingresso. 
Le botteghe e i ristoranti aderenti hanno scelto come elementi prioritari della loro offerta l'utilizzo e la vendita di prodotti tipici della tradizione regionale. Grazie alla certificazione di “Vetrina Toscana”, le botteghe alimentari assicurano l'utilizzo e la vendita di prodotti tipici, dall'eccellenza garantita. 
La rete delle piccole e microimprese aderenti a “Vetrina Toscana” sarà ulteriormente potenziata quest’anno tramite una serie di iniziative diffuse sul territorio lungo tutto l'arco dell'anno, recentemente presentate dall'Assessore al Commercio e Turismo della Regione Toscana Cristina Scaletti e ai rappresentanti di Unioncamere e Confesercenti. Si comincia con i menu speciali e biologici dei locali in provincia di Arezzo, fino al concorso a premi dei ristoranti in provincia di Livorno (con quattro pasti in quattro ristoranti diversi si partecipa all'estrazione di un soggiorno all'Isola d'Elba). 
“Il percorso avviato in questi anni - ha spiegato l'Assessore regionale Scaletti - ha permesso alla rete di acquistare sempre maggior visibilità ed attenzione e l'intento è quello di stimolare la presentazione di proposte che valorizzino la rete”. 
I ristoranti o le botteghe toscane che intendono aderire al sistema “Vetrina Toscana” possono iscriversi presso la Unioncamere Toscana (tel. 055 46881) entro la fine di marzo. Il Presidente della Unioncamere Toscana, Pierfrancesco Pacini, ha fatto sapere che “Vetrina Toscana è un progetto nato con l'intento di fare sistema promuovendo la conoscenza del territorio toscano e dei suoi prodotti, attraverso la creazione di concrete sinergie economiche e commerciali tra gli operatori della filiera, che ritrovano nel territorio uno dei principali elementi della sua identità”.
Agnese Fedeli

mercoledì 16 febbraio 2011

WI-FI, AREA METROPOLITANA FIORENTINA SEMPRE PIU’ CONNESSA

Prorogata al 7 marzo la gara per la realizzazione della wi-fi lungo la linea 1 della tramvia di Firenze. Venerdì 18 febbraio le Province di Firenze, Prato e Pistoia firmano un protocollo d’intesa per una rete wi-fi federata

Accrescere la diffusione del wi-fi pubblico gratuito, favorire la nascita di nuove reti, offrire facilitazioni e vantaggi ai cittadini che utilizzano le reti pubbliche wi-fi, promuovere “comunità d'uso” per migliorare e condividere i software e le architetture utilizzate: il tutto nell’ottica di contribuire alla creazione di una vera identità digitale e di una concreta partecipazione politica 2.0.
Questi gli ambiziosi scopi delle Province di Firenze, Prato e Pistoia, che intendono avviare una rete federata per il wi-fi nell’area metropolitana. A questo scopo, i tre enti firmeranno un protocollo d’intesa venerdì 18 febbraio, portando avanti in questo modo un progetto già avviato nei mesi scorsi per l’innovazione tecnologica a livello di area vasta. Il testo del protocollo è stato approvato nella seduta di Giunta di quest’oggi. La firma avverrà nel corso dell’incontro “Wi-fi libera tutti”, in programma per il 18 febbraio alle 17 a Prato, alla presenza tra gli altri del Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti.
WI-FI FEDERATO. I tre enti collaboreranno per adeguare e sviluppare le loro reti già disponibili o quelle che sono in corso di realizzazione per consentire l’implementazione di una rete wi-fi integrata secondo un modello federato. Concretamente, grazie all’interconnessione dei diversi sistemi di autenticazione, i cittadini potranno collegarsi alle reti dell’area vasta con le stesse credenziali di accesso. Inoltre i punti di accesso alla wi-fi metropolitana federata saranno contraddistinti da un unico logo ben riconoscibile.
Un gruppo di lavoro formato da componenti delle tre Province si occuperà di approfondire e proporre soluzioni relative alle reti wireless pubbliche, anche studiando le buone pratiche tecniche e organizzative portate avanti da altre amministrazioni pubbliche.
“Siamo convinti che estendere la possibilità di connessione alla rete sia un obiettivo fondamentale per la crescita economica e culturale di questo territorio  – afferma l’Assessore provinciale alle Reti Informative Renzo Crescioli – e condizione fondamentale per l'erogazione di servizi attuali e veramente utili e avanzati a tutti i cittadini”.
Sul territorio della Provincia di Firenze il servizio consentirà, anche agli utenti delle reti delle Province di Prato e Pistoia, ogni giorno un’ora di navigazione gratuita e 300Mbytes di traffico, più che sufficiente per l’accesso ai servizi Internet, a garanzia che il sistema sia a disposizione di tutti evitando abusi. Il modello condiviso con le Province di Prato e Pistoia prevede lo sviluppo di una rete federata in cui l’utente possa accedere con un'unica utenza e una sola registrazione valida in tutto il territorio provinciale - in prospettiva anche su scala nazionale, nei territori che aderiranno alla rete federata – possa navigare liberamente. La piattaforma attraverso la quale sarà erogato il servizio è basata su componenti open source e sarà integrabile con quelli che altri Enti già hanno o stanno sviluppando. Il servizio è già fruibile nei Comuni di Firenze, Vaglia, Vicchio, Londa e Rufina e sarà progressivamente esteso agli altri Comuni del territorio.
FREEITALIAWIFI. Oltre alla firma di questo accordo, le tre Province intendono aderire all'iniziativa nazionale FreeItaliaWiFi lanciata nel novembre scorso da Provincia di Roma, Regione Sardegna e Comune di Venezia.  Un progetto sulla cittadinanza digitale che intende dar vita ad un dialogo tra pubbliche amministrazioni per la condivisione delle soluzioni adottate per la copertura wi-fi di aree pubbliche, per la costruzione di metodi di interazione tra le banche dati, di riconoscimento e di diritto all’accesso ai reciproci utenti con la finalità di attuare un concreto esempio di gestione della “identità digitale federata”, l’ideazione di progetti comuni per la semplificazione delle normative nazionali in materia, lo sviluppo di applicazioni innovative a servizio concreto del cittadino, fruibili attraverso le reti cooperanti. 

lunedì 14 febbraio 2011

POLITICHE CARCERARIE: LA CAPACITA’ LAVORATIVA DEI DETENUTI DI SOLLICCIANO

I dati scaturiti da un’indagine finanziata dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia sulla popolazione carceraria di Firenze: dal titolo di studio alle esperienze lavorative, dagli stage compiuti alla qualifica professionale. L’Assessore al sociale Antonella Coniglio:“Il vero fine del periodo di detenzione è quello di riabilitare le persone per restituirle a pieno titolo alla normale convivenza civile. Fondamentale che le persone escano dal carcere dotate di tutti gli strumenti e delle conoscenze, anche lavorative, capaci di garantirne un pieno reinserimento” 


Uomo, età media 39 anni. Ha già avuto esperienze lavorative, ma da oltre due anni risulta disoccupato. Questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca sulla “Capacità lavorativa dei detenuti di Sollicciano”, finanziata dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Firenze. L’indagine ha preso avvio a metà 2010 ed è stata ideata per progettare al meglio le future politiche carcerarie, per monitorare il livello di formazione, di studio e le capacità lavorative della popolazione detenuta a Sollicciano: dal titolo di studio alle esperienze lavorative già avute, dagli stage compiuti fino alla qualifica professionale. 

Il progetto coinvolge i detenuti con condanna definitiva del carcere di Sollicciano, in totale 500. Fino a oggi sono state compiute 200 interviste, corrispondente al 40% del campione totale. Le interviste già analizzate sono 145: dalle risposte al questionario emergono i dati utili a valutare quali sono i bisogni formativi dei detenuti di Sollicciano. Il tutto in vista dell’organizzazione di specifici “corsi professionalizzanti” e dell’inserimento lavorativo dopo la scarcerazione. 

La ricerca, possibile grazie alle risorse dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia, è stata presentata questa mattina in conferenza stampa da Antonella Coniglio, Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Maria Pia Giuffrida, Provveditore Regionale della Amministrazione Penitenziaria, Emilio Santoro, Presidente Associazione “L'altro Diritto” e da Giuseppe Caputo, Associazione “L’altro Diritto”, responsabile della ricerca. 

“Quando si parla di carcerati occorre ricordarsi che il vero fine del periodo di detenzione è quello di riabilitare le persone, per restituirli a pieno titolo alla normale convivenza civile – afferma l’Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Sicurezza e Politiche della Legalità Antonella Coniglio -. Per far questo occorre che le persone escano dal carcere dotate di tutti gli strumenti e le conoscenze, anche lavorative, capaci di garantirne un pieno reinserimento. Questo studio è quindi essenziale per capire le potenzialità di ogni individuo e quindi valorizzare le sue capacità professionali”. 

La ricerca 
L’identikit. Si tratta di detenuti che hanno condanne relativamente brevi: 64 su 145 hanno un fine pena entro il 2011, 30 entro il 2012, 26 entro il 2013, 6 entro il 2014, 4 entro il 2015, 1 entro il 2016. Questo dato suggerisce che qualsiasi tipo di intervento, sia di tipo formativo che di reinserimento lavorativo vero e proprio, deve essere breve ed intensivo, altrimenti il rischio è quello di avviare percorsi che non arriveranno mai a conclusione. Tra gli intervistati ci sono 135 uomini e 10 donne. Gli stranieri del campione sono 15. 
L’età media degli intervistati è di 39 anni: 50 tra il 21 ed i 35 anni, 82 tra i 36 ed il 50 anni, i restanti tra i 52 ed i 63 anni. Solo 23 su 145 risultano coniugati, 16 sono divorziati, 15 separati e 91 single. Dei 145 intervistati ben 86 risiedono nella provincia di Firenze. 
Per quanto riguarda la formazione professionale, solo 45 su 145 dichiarano di aver assolto l’obbligo formativo, mentre quello scolastico è assolto da 127 su 145. I disoccupati sono 128, mentre 16 affermano di non aver mai svolto un’attività lavorativa regolare. In gran parte si tratta di disoccupati di lungo corso. 
In 63 casi la disoccupazione dura da talmente tanto tempo che non è stato possibile sapere da quando esattamente è iniziata. Per 82 di loro, la durata media della disoccupazione è di 49 mesi. 16 intervistati dichiarano di essere riconosciuti come invalidi: 15 invalidi civili ed 1 invalido del lavoro. 
Le esperienze professionali. 104 su 145 hanno avuto esperienze professionali. I lavori mediamente più svolti sono quelli nel settore dei trasporti (19), dell’edilizia (13), della ristorazione (11). Tra loro anche 5 meccanici, 10 magazzinieri, ma anche 2 imprenditori e molti operai. Nella stragrande maggioranza si tratta di operai comuni. 14 hanno dichiarato di aver lavorato come operai specializzati per conto di artigiani o nell’industria. Nella quasi totalità dei casi le aziende per le quali dichiarano di aver svolto attività lavorativa hanno sede nel tessuto economico fiorentino o comunque in Toscana. 
Solo 28 intervistati erano assunti come lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Tutti gli altri avevano invece contratti non stabili: lavoro interinale, a tempo determinato, lavoro autonomo. La precarietà del lavoro svolto è confermato inoltre dalla durata media del lavoro. In 21 casi gli intervistati hanno dichiarato di aver lavorato in maniera saltuaria e di non essere in grado di ricostruire la durata complessiva del rapporto di lavoro. Nei restanti casi la durata media del rapporto di lavoro svolto prima della carcerazione è stata di 24 mesi. 
Formazione professionale. 83 intervistati dichiarano di aver frequentato corsi di formazione professionale. Nella metà dei casi si tratta di corsi di orientamento di primo livello, di durata annuale, finanziati per lo più da enti locali. Si tratta di corsi delle tipologie più svariate: dal corso di informatica, a quello di barman, da quello per elettricista a quello per conseguire il REC. La durata media dei corsi frequentati è di 4-5 mesi con un tasso di abbandono relativamente alto, considerato che solo 55 su 83 dichiarano di aver completato il percorso di formazione iniziato. Solo in 11 casi al corso è seguito uno stage in azienda. 71 intervistati hanno conoscenze informatiche, nella gran parte dei casi si tratta di conoscenze elementari limitati all’uso di Word o altri programmi di videoscrittura. Soltanto 20 su 145 sanno navigare su internet. Poco più del 50% del campione dichiara di avere la patente: 75 detenuti su 145. 
Oltre alla ricerca sulla capacità lavorativa dei detenuti, sono stati presentati anche i servizi dello “Sportello documenti e tutele” presente a Sollicciano, al Gozzini e al Centro Attavante di Firenze. Un servizio attivo già dal 2004 e inizialmente finanziato da Provincia, Comune di Firenze e Regione Toscana. La rete di Sportelli ha la funzione di garantire ai detenuti l’effettivo godimento del diritto di cittadinanza anche attraverso l’accesso ai diritti sociali. Lo Sportello si incarica di verificare che i detenuti abbiano documenti in corso di validità, nonché di veicolare interventi assistenziali e previdenziali previsti dal vigente sistema di welfare, tra i quali gli assegni familiari, l’indennità di disoccupazione, la pensione d’invalidità o di anzianità. 
L’accesso a queste misure consente che il detenuto, al momento della scarcerazione, possa contare su una disponibilità economica minima e che non dipenda soltanto dalle risorse del welfare locale. Il detenuto o l’ex-detenuto che ha accesso alle prestazioni previdenziali ha una “dote” economica che non deriva da un’elargizione assistenziale degli enti locali, ma dal lavoro penitenziario, quello che cioè che i detenuti svolgono all’interno del carcere: manutenzione dell’edificio, pulizia dei locali del carcere, lavori manuali. Tutti i lavori che possono servire al buon andamento della vita carceraria. Si tratta di lavori precari e saltuari, che danno diritto a remunerazioni bassissime e, di conseguenza, anche a cifre minime di indennità di disoccupazione, che però possono servire ad alleviare la povertà dei detenuti e delle loro famiglie, seppure in minima parte. A titolo esemplificativo, un detenuto lavorante riceve mediamente 300 euro all’anno (ossia 15 euro al mese) come indennità di disoccupazione. I carcerati che svolgono un lavoro penitenziario all’interno di Sollicciano sono ogni anno 200-250.

L’orgoglio di essere donne. Se non ora, quando?



Domenica 13 febbraio manifestazioni in tutta Italia in difesa della dignità della donna. Contro gli stereotipi e per le pari opportunità reali, sostegno anche dall'étoile internazionale Carla Fracci. Un esempio dalla Toscana


Cosa vuol dire essere donne al tempo di Ruby? Quale il significato delle pari opportunità, dei diritti e della dignità della donna nell’epoca del bunga bunga? Due espressioni che ci danno la misura di quanto le donne continuino a subire discriminazioni e stereotipi di genere non di poco conto. Nel lavoro, spesso devono cedere a compromessi. A parità di mansioni continuano a vedere il loro stipendio decurtato del 30% solo perché donne, mentre in politica e nei ruoli dirigenziali la rappresentanza femminile è ancora molto, troppo bassa. Sono duri a morire gli stereotipi che vedono la donna solo come un bel corpo da ostentare o “degustare” nei modi più svariati.
I riferimenti all'attualità ci sono tutti e per difendere la dignità della donna nella sua complessità – e, perché no, anche quella degli uomini che vogliono dissociarsi da queste visioni limitate - in tutta Italia sono state organizzate molte manifestazioni per domenica 13 febbraio.
A lanciare l'appello per prime sono state Angela Finocchiaro e Francesca Comencini. La mobilitazione toscana - in Piazza della Repubblica a Firenze – si intitola “Se non ora, quando?” e vede coinvolte nell’organizzazione le istituzioni locali, la Cgil regionale e molti personaggi del panorama artistico e culturale. Tra queste anche l'étoile della danza Carla Fracci, che ha partecipato alla presentazione ufficiale della manifestazione in Palazzo Vecchio a Firenze.


I dati sulla violenza e la discriminazione di genere in Toscana

In base al Secondo rapporto sulla violenza di genere in Toscana, che analizza le richieste di aiuto ai centri antiviolenza regionali dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2010, le donne che hanno subito discriminazioni o violenze sono 1.761. Si tratta di donne che nella maggior parte denunciano molestie sessuali, mobbing, stalking, ma anche pressioni di tipo psicologico ed economico. Nella maggior parte dei casi, le donne che si sono rivolte agli sportelli diffusi in tutte le province ha un'età compresa tra i 30 e i 39 anni (33,4% dei casi, 510 in tutto). Seguono le donne più adulte, tra i 40 e i 49 anni (462 nel periodo considerato). Nel 48,8% dei casi si tratta di donne coniugate. Quasi il 40% di loro è diplomata (39,8%) o ha la licenza media (32,4%). Nel 35,3% dei casi si tratta di donne disoccupate. 
L’81% delle donne che si è rivolta agli sportelli nel periodo in oggetto ha subito violenza psicologica, il 65,1% fisica, il 27% pressioni economiche, il 10,7% stalking, il 7,8% violenza sessuale, il 2,8% molestie e lo 0,8% mobbing. Molte di loro dichiarano violenze multiple: in 1.097 affermano di aver subito violenza fisica, in 1.365 psicologica, in 456 economica.
Nel confronto tra donne italiane e straniere emerge la percentuale molto elevata di immigrate che hanno subito violenza fisica (73,3% contro il 61,1%) e la significativa quota di non autoctone che subiscono vessazioni di tipo economico (34,6% contro 21,4%): un dato collegabile anche alla condizione occupazionale delle donne straniere che solo nel 33,7% del campione hanno una remunerazione fissa.
766 donne affermano di aver subito un qualche tipo di violenza dal coniuge, a queste si aggiungono 276 vittime di partner conviventi. Sono dunque il 61,9% del campione le donne che hanno subito violenza fisica, psicologica o discriminatoria all’interno di una relazione di convivenza con il proprio partner.
Donna e spettacolo, donna e lavoro: i commenti di chi appoggia la mobilitazione

Sostiene con convinzione la giornata in difesa dei diritti della donna l'étoile internazionale della danza Carla Fracci, che dal giugno 2009 riveste anche la carica di Assessore alla Cultura per l'amministrazione provinciale di Firenze. Doppio ruolo, quindi, per un personaggio già notissimo a livello nazionale e mondiale: visibilità nel mondo dello spettacolo e funzioni amministrative di una delega importante come la cultura. “Credo non se ne possa più: gli uomini a casa loro possono fare quello che vogliono, ma qui si parla di governare l'Italia, e la situazione che stiamo vivendo sta mettendo in imbarazzo l'intero paese - ha detto Carla Fracci. - Non voglio più sentir parlare delle cose che vediamo ormai da troppi giorni sui giornali. Piuttosto vorrei si potesse dialogare e avere un aiuto da chi governa per non far morire la cultura e la dignità della donna nel nostro Paese”.
Hanno aderito alla manifestazione toscana, tra gli altri, anche l'attrice Ornella Grassi e Marion D'Amburgo, fondatrice della compagnia teatrale Magazzini Criminali. “Il problema del paese - ha affermato quest'ultima - è la mancanza di speranza che annichilisce i giovani”; mentre la Grassi ha sottolineato, presentando il suo sostegno alla giornata del 13 febbraio che “c'è sempre stato chi ha preferito accorciare la strada vendendosi al direttore, ma almeno al tempo queste donne finivano a fare le comparse, non le primedonne”.
“Ciò che avviene in questo momento - ha denunciato Anna Maria Romano di Cgil Toscana - è la punta dell’iceberg di un modello sociale che passa dal precariato e dalla disoccupazione, fino ai tagli al welfare che azzerano i servizi che permetterebbero alle donne di lavorare: anche questo si traduce in discriminazione di genere”.
Idealmente o concretamente, parteciperanno alla giornata di mobilitazione toscana anche la Preside di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze Franca Alacevich e l’attrice, toscanissima, Anna Meacci. Tutte insieme per un “Risorgimento rosa” che dimostri che l'Italia è retta da tante e tante donne che la mattina si alzano presto e si svegliano ancora prima per studiare, lavorare, rendere bello questo Paese in ogni suo aspetto.

Agnese Fedeli

Trasporti Eccezionali, in Friuli Venezia Giulia al via sistema di autorizzazioni online

(pubblicato su www.donnainaffari.it il 7 febbraio 2011)

Un aiuto alle imprese che devono effettuare trasporti su mezzi eccezionali sulle strade della Regione: d’ora in poi tutta la procedura di autorizzazione sarà effettuata comodamente dal proprio computer.
Le potenzialità del web possono ormai esserci di aiuto in molte attività della vita quotidiana. Una vera e propria marcia in più soprattutto per chi è chiamato a sbrigare molte pratiche burocratiche, specialmente in ambito lavorativo. Va nella direzione della semplificazione amministrativa e della velocità nel rispondere agli obblighi di legge il nuovo sistema di autorizzazioni online per il servizio Trasporti Eccezionali recentemente lanciato da Friuli Venezia Giulia Strade. Presentare la domanda e ottenere l'autorizzazione al trasporto e transito di mezzi eccezionali nelle strade di competenza regionale diventa oggi più facile: l'intera pratica potrà essere conclusa direttamente dal proprio ufficio, via internet.


Il sistema di FVG Strade

Sicurezza stradale, certezza dell'esito della richiesta e rapidità amministrativa sembrano essere i criteri sui quali si basa il nuovo servizio online. “Si tratta di un nuovo sistema a servizio delle aziende di autotrasporto e a vantaggio dell’intero sistema industriale regionale, ma più in generale a favore di una mobilità in sicurezza sulle strade del Friuli Venezia Giulia” affermano il Presidente di FVG Strade Giorgio Santuz e l'Assessore regionale a Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi.


Come funziona?

È possibile accedere al servizio online con un qualunque computer con sistema operativo per pc o per Mac. Tra i requisiti di accesso, anche il possesso di una smart card con relativo lettore per la firma digitale: serviranno per firmare digitalmente la domanda e i documenti allegati. Necessario anche aver installato sul proprio computer fondamentalmente due programmi: Acrobat reader, per poter visualizzare in maniera corretta i file in formato .pdf e il software Dike fornito da Infocamere, per la gestione del sistema delle firme digitali. Completa la lista dei requisiti che consentono di utilizzare il servizio a pieno il possesso di una carta di credito o pagobancomat abilitato ai pagamenti online.

Il sistema, già attivo sul sito web di FVG Strade, permette la totale gestione digitale per i traffici eccezionali lungo la viabilità regionale, con la possibilità di elaborare direttamente dalle sedi delle società di autotrasporto tutta la pratica di richiesta, pagamento e ricevimento dell'autorizzazione.


Per ottenere le credenziali d'uso e di accesso al servizio: www.te.fvgstrade.it

Il sistema di autorizzazioni online si trova su www.trasporti.fvgstrade.it.Passo dopo passo: dalla creazione dell'account di accesso fino all'inoltro della domanda.
La prima operazione da fare è l'inserimento del proprio username e password. Da notare che, dal momento che il sistema adottato da FVG Strade è lo stesso di Veneto Strade Spa. Gli utenti già registrati su Veneto Strade possono quindi accedere direttamente anche per il sistema friulano. “Il sistema scelto da FVG Strade – confermano da FVG Strade - è lo stesso adottato dalla Provincia di Venezia e da Veneto Strade ed è già stato ampiamente collaudato da diversi gestori che a loro fanno riferimento. Ciò permette alle aziende di autotrasporto di programmare la loro attività sia nella nostra regione che nel vicino Veneto con la medesima procedura”.
Se non possedete le credenziali di accesso, il sistema online vi guiderà semplicemente nella creazione di un nuovo account personale per la gestione delle domande di Trasporti Eccezionali. Tra i dati richiesti ci sono la ragione sociale, l’indirizzo, la partita iva o codice fiscale, nonché il nome, il cognome e la mail di tre utenti che accederanno al sistema. E' possibile richiedere l'accesso per più di tre persone scrivendo direttamente ai gestori del sistem. Si richiede inoltre di caricare la visura camerale in formato .pdf (peso massimo accettato del file: 4 mega).
Una volta inseriti login e password si viene reindirizzati ad una pagina di servizio ed informazioni, dove si possono consultare anche gli elenchi delle strade e le mappe interattive. Nella sezione “dati utente” saranno visualizzati i propri dati e sarà possibile aggiornarli.
Il primo campo da compilare nella richiesta per una nuova autorizzazione è quello relativo ai dati anagrafici dell'azienda richiedente. Il sistema riconosce l'utente collegato e la sua azienda di riferimento, propone i dati salvati e consente la modifica o l'aggiornamento anche in corso d'opera. Si può anche inoltrare una richiesta per conto di un'altra azienda: in questo caso si procede con una ricerca per partita iva all'interno dell'anagrafica di FVG Strade, Provincia di Venezia e Veneto Strade.
Cliccando sul bottone “successivo” visualizzeremo una pagina dove scegliere la tipologia di autorizzazione richiesta: tra le altre anche “transito autogru uso speciale”, “transito macchine agricole”, “transito macchine operatrici”, “transito strada costiera”, “trasporti semestrali”, “trasporti spettacoli viaggianti” e molto altro. Per tutte le tipologie indicate è richiesto di inserire anche il periodo. Per i “trasporti singoli o multipli” è richiesto inoltre il numero di viaggi e i chilometri percorsi.
Ad ogni richiesta viene associato un numero progressivo che sarà l'identificativo della pratica in ogni passo del sistema. Nei passaggi successivi, dovranno essere inseriti anche i dati relativi alla composizione del convoglio con il quale sarà effettuato il trasporto: in particolare la larghezza, la lunghezza e l'altezza, il peso, la sporgenza anteriore e posteriore, nonché la tipologia di motrice.
Per la buona riuscita della richiesta di autorizzazione è bene avere a portata di mano i dati relativi alla revisione e alla targa del mezzo, così come lo storico dei versamenti effettuati a FVG Strade per l'indennizzo “usura strade” così come previsto dal Codice della Strada.
Si arriva così alla sezione “Percorso dettagliato” dove l'utente deve specificare il luogo di partenza, i tratti intermedi e il luogo di arrivo del trasporto. Come in ogni procedura online, i dati inseriti sono modificabili fino all'invio definitivo: se i tratti stradali inseriti inizialmente non sono corretti, è possibile cambiarli.
Nella sezione “Dichiarazioni” viene specificata l'entità del materiale trasportato tra un elenco di opzioni e altre dichiarazioni obbligatorie. A seguire saranno richiesti gli allegati da inserire per l'inoltro della pratica.
Infine si giunge al “Riepilogo dati pratica”: in questa fase bisogna prestare la massima attenzione nella revisione dei contenuti. Una volta protocollata la domanda, le dichiarazioni non sono più modificabili.
Se la domanda viene inoltrata tramite la propria “firma digitale”, la pratica viene ricevuta automaticamente dall'Ufficio Trasporti Eccezionali. Chi non è provvisto può inviare la domanda in modalità “cartacea”: significa che la pratica dovrà essere stampata, firmata a mano e poi consegnata all'ufficio Trasporti Eccezionali (a mezzo posta o direttamente allo sportello).
Gli utenti che hanno firmato digitalmente la pratica, procedono con il pagamento online dovuto via carta di credito, come per una qualsiasi altra transazione web. A completamento di questa procedura – all'apparenza lunga e complessa, ma in realtà ben progettata e necessariamente molto puntuale nei documenti da fornire – sarà scaricabile un file in formato .pdf che attesta l'autorizzazione al trasporto.

Agnese Fedeli