Un centro islamico anche in provincia: quella che anticipa l'arrivo di una piccola moschea a pochi chilometri da Firenze è la presentazione ufficiale dell'associazione culturale islamica empolese. Entro il 15 novembre l'associazione renderà noto anche il nome dell'Imam. Gli iscritti all'associazione sono già una cinquantina. E, per la prima volta, nel gruppo che fonda un'associazione islamica, compaiono anche diverse donne. Gli aderenti al centro sono quasi tutti di origini marocchine. Altra curiosità del gruppo che vuole diffondere e promuovere l'Islam e la lingua araba è il sostegno e il contatto con una realtà parrocchiale cattolica: l'associazione islamica nasce infatti grazie a un sodalizio con Don Renzo Fanfani, prete operaio, piuttosto noto per le sue campagne a difesa della costituzione, dei diritti e della democrazia.
La sede ufficiale del centro islamico dovrebbe essere in via Fratelli Rosselli, zona vicinissima alla stazione ferroviaria: cosa che potrebbe facilitare anche l'afflusso di praticanti dal resto della provincia, oltre che dal pisano e da tutta la Valdelsa.
Cosa si potrà fare, materialmente, nella moschea-centro islamico? In primo luogo sarà uno spazio di preghiera e condivisione. Secondariamente poi sarà il perfetto ambiente per insegnare ai bambini, figli di immigrati o di coppie miste, la lingua araba e fare in modo che l'arabo parlato e scritto resti una lingua praticata e viva anche a Firenze e provincia. La moschea sarà un luogo anche preposto ai festeggiamenti dettati dalla fede.
Il presidente dell'associazione si chiama Tarik Mouhaddab: ha trentatré anni, da dieci è in Italia e lavora come operaio. Lo ha sostenuto, nel lavoro che ha portato alla creazione del centro, anche Said El Bourji, presidente dell'associazione Acroterio Multietnico che, nell'Empolese Valdelsa, si occupa di dialogo interreligioso e di interculturalismo. "Il centro – spiegano - vuole trasmettere un messaggio di armonia e di comprensione tra i culti". Don Renzo Fanfani, dal canto suo, svolge il ruolo di mediatore tra la comunità islamica e quella cattolica e sostiene che "l'incontro tra diverse fedi può dare strumenti utili per garantire comprensione reciproca". Il centro islamico empolese nasce con l'auspicio di creare una comunità aperta al dialogo e non un gruppo chiuso rispetto al resto della cittadinanza.
Agnese Fedeli
Box
1. In provincia esistono già altri centri di aggregazione per chi pratica l'Islam. In particolare nei comuni di Castelfiorentino, Certaldo, San Miniato, Santa Croce. Ha fatto da apripista il centro di Colle Val d'Elsa.
2. A Empoli già da tempo è nata la consulta degli stranieri: un organo istituzionale che lavora fianco a fianco con l'amministrazione. La consulta – vi si ritrovano esponenti di tutte le comunità straniere residenti - elegge una persona che ha diritto di parola in consiglio comunale.
3. Gli studenti stranieri nelle scuole dell'empolese valdelsa, dalle scuole elementari alle superiori, sono oltre 700 su più di 10mila iscritti. Bambini stranieri anche negli asili nido comunali: sono in tutto 15, pari al 7% dell'utenza totale.
La sede ufficiale del centro islamico dovrebbe essere in via Fratelli Rosselli, zona vicinissima alla stazione ferroviaria: cosa che potrebbe facilitare anche l'afflusso di praticanti dal resto della provincia, oltre che dal pisano e da tutta la Valdelsa.
Cosa si potrà fare, materialmente, nella moschea-centro islamico? In primo luogo sarà uno spazio di preghiera e condivisione. Secondariamente poi sarà il perfetto ambiente per insegnare ai bambini, figli di immigrati o di coppie miste, la lingua araba e fare in modo che l'arabo parlato e scritto resti una lingua praticata e viva anche a Firenze e provincia. La moschea sarà un luogo anche preposto ai festeggiamenti dettati dalla fede.
Il presidente dell'associazione si chiama Tarik Mouhaddab: ha trentatré anni, da dieci è in Italia e lavora come operaio. Lo ha sostenuto, nel lavoro che ha portato alla creazione del centro, anche Said El Bourji, presidente dell'associazione Acroterio Multietnico che, nell'Empolese Valdelsa, si occupa di dialogo interreligioso e di interculturalismo. "Il centro – spiegano - vuole trasmettere un messaggio di armonia e di comprensione tra i culti". Don Renzo Fanfani, dal canto suo, svolge il ruolo di mediatore tra la comunità islamica e quella cattolica e sostiene che "l'incontro tra diverse fedi può dare strumenti utili per garantire comprensione reciproca". Il centro islamico empolese nasce con l'auspicio di creare una comunità aperta al dialogo e non un gruppo chiuso rispetto al resto della cittadinanza.
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1. In provincia esistono già altri centri di aggregazione per chi pratica l'Islam. In particolare nei comuni di Castelfiorentino, Certaldo, San Miniato, Santa Croce. Ha fatto da apripista il centro di Colle Val d'Elsa.
2. A Empoli già da tempo è nata la consulta degli stranieri: un organo istituzionale che lavora fianco a fianco con l'amministrazione. La consulta – vi si ritrovano esponenti di tutte le comunità straniere residenti - elegge una persona che ha diritto di parola in consiglio comunale.
3. Gli studenti stranieri nelle scuole dell'empolese valdelsa, dalle scuole elementari alle superiori, sono oltre 700 su più di 10mila iscritti. Bambini stranieri anche negli asili nido comunali: sono in tutto 15, pari al 7% dell'utenza totale.
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