domenica 16 aprile 2006

Erasmus, studenti entusiasti

Il Tirreno, 13 aprile 2006

Erasmus, studenti entusiasti. Molti scelgono di trascorrere un periodo all’estero


GIOVANI. Frequentano corsi nelle facoltà europee

EMPOLI. Un’esperienza di vita e di studio all’estero, mesi all’insegna dello spirito europeo, l’opportunità di imparare davvero una lingua straniera. L’Erasmus è tutto questo: una borsa di studio universitaria che permette un gemellaggio con atenei stranieri. E cioé seguire corsi e lezioni all’estero, sostenere esami in lingua straniera. Decine di studenti iscritti alle università toscane e residenti nell’Empolese-Valdelsa sono attualmente in vari paesi dell’Unione Europea o sono tornati da poco dall’Erasmus: a loro abbiamo chiesto come vivono lo spirito europeo. «È stata una bellissima esperienza - racconta Luigia Bianconi, residente a Vinci, laureata da poco all’Università di Firenze - Io sono stata da settembre a gennaio, scorsi a Francoforte. Ho fatto tante amicizie, seguito corsi in tedesco e ho colto l’occasione per visitare a fondo al Germania». Un periodo in cui allo studio si affiancano anche momenti di svago, divertimento, apprendimento inusuale. «Gli amici che ho conosciuto là mi mancano moltissimo - ha detto Cecilia Orlandini, residente a Empoli, studentessa di Giurisprudenza a Firenze - Ho passato a Maastricht 5 mesi molto belli durante i quali ho potuto anche viaggiare in tutta l’Olanda. Maastricht è una cittadina fantastica: europea con un’organizzazione impeccabile. Spero di poterci tornare, per lavorare magari in uno degli enti europei». I mesi vissuti in Erasmus rappresentano un momento per confrontarsi con ragazzi e ragazze di altre nazionalità. Lo racconta, per esempio, Eleonora Fanani, residente a Fucecchio, che ha vissuto 5 mesi a Manchester: «È bellissimo poter conoscere persone di diversa nazionalità. Al piano dove abitavo stavano anche 15 inglesi e diversi giapponesi». E lo sostiene anche Francesca Calugi, empolese, studentessa a Firenze di Storia dell’Arte Medievale, attualmente a Valentia, in Spagna: «Da subito ho vissuto in affitto con ragazze spagnole: questo è l’unico modo per praticare la lingua 24 ore al giorno e sfruttare al massimo questi mesi. Di Valentia mi piace la sua doppia proporzione: è grande ma i quartieri sono molto vivibili, tant’è che mi muovo solo in bicicletta. Una bici comprata, come tutti gli altri studenti Erasmus, al mercato degli zingari la domenica mattina alle ore 5,30».
Sono gettonatissimi la Spagna e l’Inghilterra ma c’è anche chi preferisce i paesi nordici. È il caso di Erica Salvadori, residente a Castelfiorentino e iscritta all’ateneo senese, che racconta: «Il posto dove vivo è fantastico: basta uscire e sei nel centro di Copenhagen. Siamo tutti ragazzi stranieri, tanti americani, spagnoli, thailandesi, olandesi e io sono l’unica italiana. Sono contenta perché così posso parlare inglese tutto il giorno. Sto partecipando anche al corso di danese: davvero impossibile! Credo sia un’esperienza fantastica, esattamente quello che speravo». Erasmus solo feste e divertimento? Sì e no, secondo Emanuele Frosali, empolese, studente in Strategia e Governo dell’Azienda a Pisa e attualmente a Graz in Austria. «I primi mesi non sono stati dei più brillanti: potete immaginare una casa in Austria dove il riscaldamento funziona a singhiozzo fino a fine novembre, con le finestre che traboccava acqua come l’Arno in piena, e la muffa che da ottobre fino a gennaio mi è rimasta come compagna di avventure attaccata al muro della mia stanza? Un inizio davvero tragico, se considerato insieme alla rigidità dell’università austriaca. Eppure, nonostante queste difficoltà iniziali, abitazione, lingua, cultura, lontananza dalla famiglia e dal mio paese, per intenderci, Monterappoli, sono più che contento della mia scelta».
A.F.

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