venerdì 7 aprile 2006

Un gioiello romanico che si sta spengendo

di AGNESE FEDELI

GAMBASSI. La Badia di San Pietro a Cerreto: quasi mille anni di storia che hanno bisogno di un restauro significativo. «Il chiostro e la canonica non sono più abitabili - ha detto il parroco di Gambassi, don Andrea Parrini - stiamo verificando anche la solidità della chiesa che comincia ad avere crepe.
«Un progetto di restauro non c’è ancora - spiega il parroco - ma stiamo prendendo contatti con la Soprintendenza e con la diocesi di Volterra».
Da parte sua, la diocesi afferma di avere lavori più urgenti di messa in sicurezza di altre chiese e propone di cercare finanziatori esterni agli enti istituzionali.
Il problema maggiore di Badia a Cerreto è la franosità del terreno: il comune di Gambassi, in varie zone, registra una diffusa tendenza al movimento e alla frana. «La chiesa non ha ancora problemi di effettiva stabilità - commenta don Andrea Parrini - ma ci preoccupano le crepe che cominciamo a vedere. Vogliamo tenere sotto controllo i possibili movimenti del terreno ed eventualmente rafforzare la struttura della chiesa».
È motivo di preoccupazione anche la condizione del chiostro annesso alla badia. «Abbiamo compiuto opere di ristrutturazione alla copertura di Badia a Cerreto negli anni Novanta - ha detto Stefano Ramerini, geometra dell’ufficio tecnico del comune di Gambassi -. I fondi del restauro provenivano dalla conferenza Stato-Regioni e da risorse comunali. In particolare abbiamo cercato di consolidare i tetti della chiesa e della canonica». Risale invece agli anni’70 un lavoro di restauro alla facciata e alla sottofondazione.
La Diocesi di Volterra non ha in progetto, a breve termine, un intervento strutturale né al chiostro né alla canonica di Badia a Cerreto. «Nella diocesi ci sono 92 chiese - ha detto Alberto Fiorini, geometra della Curia Vescovile di Volterra - ed è ovvio che dobbiamo prima intervenire sulle situazioni più gravi».

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