domenica 26 marzo 2006

Arriva il concorso Zone Video: cinquanta cortometraggi da tutta l’Italia. In giuria anche il regista Benvenuti

EMPOLI. «L’insostenibile leggerezza dell’etere» è il tema della quinta edizione di Zone Video, la manifestazione dedicata al cortometraggio organizzata dall’associazione Vidèa in collaborazione con il Comune. Zone Video si tiene mercoledì e giovedì: mercoledì 29 sarà dedicato a un workshop aperto a tutti gli spettatori, mentre giovedì saranno proiettati i cortometraggi finalisti. Nella giuria c’è anche il regista Paolo Benvenuti. Le serate al cinema sono a ingresso gratuito. «Siamo soddisfatti di come è evoluto Zone Video in questi anni - ha detto Marina Rossi, presidente dell’associazione -. Le adesioni al concorso sono in crescita anno dopo anno. Le opere arrivate per questa edizione sono state 50, dalla Toscana e anche da fuori regione». Ha inviato il suo cortometraggio anche l’associazione cinematografica Il Nido del Cuculo di Livorno. Le opere selezionate tra le finaliste sono suddivise in due categorie: sono 19 i cortometraggi della sezione «espresso», da 10 minuti, mentre sono 14 i corti «liofilizzati», di durata inferiore ai 60 secondi. I partecipanti dell’Empolese che hanno superato la prima selezione sono 8: Massimo Gonnelli (Empoli) con l’opera «Etere e non etere»; Cosimo Paolini e Matteo Bensi (Empoli) con «Gli arsenali della violenza»; Marco Ristori con il pulp «Gola»; Nadia Baldi (Vinci) con «The silent strikes back»; Gianni Paci con una video-installazione dal titolo «No clip»; Claudio Carboncini (Capraia) con «Rifiuto» e Fabio Gazzarrini (S. Miniato) con «Le sequenze del libro di rabbia». Lo specifico tema dell’edizione 2005 di Zone Video è «l’insostenibile leggerezza dell’etere» - ossia, la rivoluzione digitale della realtà - ma comunque sono tanti anche i video che non raccontano storie legate all’etere. Quello di Marco Ristori, per esempio. «Gola è la storia di un uomo affamato che non riesce più a mangiare niente - ha detto Ristori - finché non si taglia un dito. Si porta la ferita alla bocca, assaggia il sapore del sangue e finisce per mangiare se stesso». O quello di Fabio Gazzarrini, che vuole essere un omaggio a Pasolini: «Il mio corto - racconta Fabio - è stato girato nella biblioteca di Empoli. Il protagonista è un libro che urla ogni volta che viene aperto: il libro è Pasolini, che per tutta la vita ha alzato la voce contro la società». Il video di Gianni Paci è invece un’installazione sul senso dell’arte, concetto espresso dal critico Restany. Mentre quello di Claudio Carboncini è sulle proteste dei nativi americani.
Agnese Fedeli
Il Tirreno, 26 marzo 2003

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