domenica 26 marzo 2006

Violenze sulle donne oggi il convegno

EMPOLI. La violenza domestica è un fenomeno invisibile che solo in rarissime occasioni le donne riescono a denunciare. Sono ancora tante le donne che sopportano violenza fisica, psicologica, offese linguistiche da quello che dovrebbe essere il loro compagno di vita. A Empoli nel 2003, all’interno della Pubblica Assistenza, è nato il centro d’ascolto Lylit rivolto proprio alla lotta contro la violenza domestica. Il gruppo ha organizzato per stamani il convegno dal titolo “Se una donna subisce violenza”: un momento di bilancio sull’attività svolta finora dal centro d’ascolto, ma anche un dibattito per capire i motivi per cui esiste ancora violenza fisica e psicologica contro le donne. «Raramente le donne si aprono e parlano di questi problemi - spiega Eleonora Gallerini della Pubblica Assistenza e del centro d’ascolto Lylit - In tanti casi le donne dipendono ancora completamente dai loro mariti: a livello sociale, a livello finanziario e alcune di loro arrivano anche a giustificare gli atti di violenza che si verificano in casa. Il nostro centro d’ascolto è un primo gradino per lottare contro la violenza. Spesso succede che i poliziotti spiegano alle donne che esiste questo centro d’ascolto e, prima di sporgere denuncia, preferiscono parlare con noi». Alcuni casi di violenza domestica hanno riguardato in questi anni le donne immigrate che magari hanno trovato un uomo italiano che inizialmente le amava e le rispettava e che in un secondo momento ha dettato la legge del più forte. Emblematico il caso di una giovane donna sudamericana senza lavoro, sostenuta dal centro d’ascolto della Pubblica Assistenza, al quale il compagno, dopo averla maltrattata e picchiata, ha deciso improvvisamente di portar via il bambino e scappare. Quello che si tiene dalle 9 alle 13 in Palazzo Pretorio in piazza Farinata, è il primo convegno che tratta della violenza domestica nell’Empolese Valdelsa. Aprono il dibattito gli interventi del sindaco Luciana Cappelli e di Eleonora Gallerini della Pubblica Assistenza.
Agnese Fedeli
Il Tirreno, 25 marzo 2006

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