di Agnese Fedeli
FIRENZE - Il Comitato veterinario dell'Unione Europea ha deciso: la bistecca alla fiorentina, alta tre dita e cotta alla griglia su brace e non sulla fiamma viva, tornerà presto sulle nostre tavole. Messa al bando il 31 marzo 2001 per arginare il morbo della mucca pazza, l'encefalopatia spongiforme bovina (Bse), la fiorentina entro Natale dovrebbe essere di nuovo presente nei menù dei ristoranti e nelle macellerie. Quattro anni di controlli veterinari, misurazioni, iniziative per dimostrare che la carne bovina italiana era e rimane sana. La Commissione Europea però ha innalzato da 12 a 24 mesi l'obbligo di asportazione della colonna vertebrale dai bovini.
Il protagonista della vicenda. Il commissario europeo alla sanità, Markos Kyprianou, ha sottolineato che la scelta non è stata avventata. «Questo primo passo verso un ammorbidimento delle misure comunitarie relative all'encefalite spongiforme bovina - ha detto - riflette i numerosi progressi realizzati nella lotta contro questa malattia». La decisione è stata presa in seguito al voto favorevole degli stati membri dell'Unione, che hanno appoggiato tutti la proposta, tranne la Francia e la Germania, schierate sul fronte del no, e l'Olanda che si è astenuta.
La storia. Il primo caso di Bse si registra in Inghilterra nel 1986. Dall'86 al 2000 il morbo della mucca pazza ha infettato in Inghilterra oltre 177.000 capi di bestiame. In Italia la situazione è ben diversa: il 13 gennaio 2001, a Pontevico (Brescia), viene scoperto il primo caso e nel giro di pochi giorni la colonna vertebrale dei bovini di età superiore ai 12 mesi viene inserita nel registro dei materiali a rischio di morbo mucca pazza. Macellai, intenditori e buongustai gridano alla disastro: la fiorentina si ricava da bovini in età compresa tra i 16 e i 24 mesi. Il 31 marzo 2001 arriva il bando. La decisione avrebbe dovuto durare pochi mesi. La prima volta che, invece, si assicura il ritorno della fiorentina è il 26 maggio 2005, dopo oltre quattro anni.
Cos'è cambiato. Subito dopo la messa al bando della bistecca con l'osso, i macellai e i ristoratori italiani cercarono di rimediare tagliando bistecche di manzo giovane, di età inferiore ai 12 mesi, oppure con carne bovina privata dell'osso. La decisione Ue di revocare il bando prevede oggi di elevare l'obbligo della eliminazione della colonna vertebrale dei bovini di oltre 24 mesi.
Le reazioni. La Toscana, orgogliosa di uno dei suoi piatti più famosi nel mondo, è la prima a esultare per la decisione di ieri. «L'adozione di misure e intensificazione dei controlli – ha detto l'assessore toscano all'agricoltura Susanna Cenni – hanno permesso di ridurre notevolmente l'entità del fenomeno Bse e, quindi, di favorire la dicisione UE».
Tanti i livelli di soddisfazione. I primi a essere felici sono gli allevatori: Confagricoltura conta sull'effetto positivo nella vendita di carne bovina nell'ottica di favorire la ripresa del settore bovino. L'acquisto di carne bovina per uso familiare si è ridotto tra il 2000 e il 2004 del'1,7%.
Soddisfatti anche i ministri alle Politiche Agricole e Forestali Gianni Alemanno e della Salute Francesco Storace, che hanno sottolineato come «questo risultato sia stato raggiunto grazie alla sinergica e intensa attività svolta dall'Italia a livello politico e tecnico sul Parlamento e sulla Commissione dell'Unione Europea».
Il Messaggero, 6 ottobre 2005
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