GAMBASSI. La pieve di San Martino Vescovo a Catignano torna a far discutere. La chiesa è pericolante da anni, in quanto poggia sul territorio franoso tipico della zona di Gambassi. Fino a poco tempo fa, i fedeli si sono arrangiati a dire messa nei garage o in locali messi a disposizione dalle famiglie. «Ma non è giusto che la chiesa venga lasciata a se stessa e che non siano previsti lavori di restauro», dice la comunità di Catignano. Alcuni giorni fa, il comitato per la Pieve ha presentato alla Fondazione Monte dei Paschi il progetto esecutivo ideato dal geologo Silvano Becattelli e dall’ingegner Nevio Vanni. Nel progetto, suddiviso in vari lotti di intervento e recupero della pieve, si analizza la fragilità del terreno, il rischio al quale la struttura e tutta la zona sono sottoposti, nonché la spesa per il ripristino dell’antica pieve, che, complessivamente, si aggira intorno a un milione di euro. E per recuperare fondi da destinare al restauro di San Martino, la comunità di fedeli è favorevole anche a vendere gli annessi del borgo a privati, per realizzarci appartamenti e residence turistici. «Ci basta salvare la chiesa», affermano i catignanesi.
Il progetto esecutivo. Per presentare a enti e istituzioni un progetto d’intervento significativo, la comunità di Catignano ha chiesto un’analisi tecnica a un geologo e un ingegnere. «La situazione che abbiamo trovato è di notevole criticità - ha detto Becattelli -. Il territorio è sottoposto a una frana che retrocede e che attualmente si trova vicinissima alla chiesa. Non sappiamo quanto la chiesa potrà ancora resistere a questo sforzo senza crollare». Il primo lotto di lavori previsto nel progetto esecutivo, quindi, riguarda proprio la messa in sicurezza della stabilità della chiesa, che si otterrebbe tramite il sostegno di pali di grande diametro. Questo primo intervento, che si potrebbe realizzare anche in 3 mesi, costerà tra i 350mila e i 400mila euro.
«Altre opere di intervento successive alla messa in sicurezza della pieve - dice ancora Becattelli - riguardano il consolidamento della terra sotto la chiesa e una bonifica della frana a tutto tondo. Questi lavori, da realizzare successivamente, costeranno altri 600 o 700mila euro».
Gli interlocutori. Il comitato per Catignano ha presentato il progetto esecutivo alla Fondazione Monte dei Paschi, spesso interessata al restauro di opere d’arte.
Ma i catignanesi e i firmatari del progetto di recupero sono favorevoli anche alla vendita degli annessi della chiesa a privati come costruttori, cooperative edilizie o società immobiliari. Potrebbe essere un modo, dicono, per mettere insieme fondi più consistenti e probabilmente per velocizzare i lavori.
Agnese Fedeli
Il progetto esecutivo. Per presentare a enti e istituzioni un progetto d’intervento significativo, la comunità di Catignano ha chiesto un’analisi tecnica a un geologo e un ingegnere. «La situazione che abbiamo trovato è di notevole criticità - ha detto Becattelli -. Il territorio è sottoposto a una frana che retrocede e che attualmente si trova vicinissima alla chiesa. Non sappiamo quanto la chiesa potrà ancora resistere a questo sforzo senza crollare». Il primo lotto di lavori previsto nel progetto esecutivo, quindi, riguarda proprio la messa in sicurezza della stabilità della chiesa, che si otterrebbe tramite il sostegno di pali di grande diametro. Questo primo intervento, che si potrebbe realizzare anche in 3 mesi, costerà tra i 350mila e i 400mila euro.
«Altre opere di intervento successive alla messa in sicurezza della pieve - dice ancora Becattelli - riguardano il consolidamento della terra sotto la chiesa e una bonifica della frana a tutto tondo. Questi lavori, da realizzare successivamente, costeranno altri 600 o 700mila euro».
Gli interlocutori. Il comitato per Catignano ha presentato il progetto esecutivo alla Fondazione Monte dei Paschi, spesso interessata al restauro di opere d’arte.
Ma i catignanesi e i firmatari del progetto di recupero sono favorevoli anche alla vendita degli annessi della chiesa a privati come costruttori, cooperative edilizie o società immobiliari. Potrebbe essere un modo, dicono, per mettere insieme fondi più consistenti e probabilmente per velocizzare i lavori.
Agnese Fedeli
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