venerdì 23 giugno 2006

Sempre più studenti stranieri in città, Il Tirreno, 23 giugno 2006

ALLE ELEMENTARI SONO QUASI 700

Sempre più studenti stranieri in città

EMPOLI. Imparare una lingua, talvolta sottostare a offese e pregiudizi di ogni genere. Spesso può essere difficile vivere in un paese “straniero”. Nelle scuole dell’empolese il numero dei bambini e dei ragazzi di origine non italiana è in aumento anno dopo anno, specialmente per quanto riguarda le scuole elementari. Cinesi, filippini, albanesi, marocchini: in totale, nell’anno appena terminato, gli studenti stranieri, dalle elementari alle superiori, sono 698 su 9237 studenti. Questi i dati che abbiamo raccolto dopo l’episodio della lite tra due nordafricani all’Iti.
«I bambini stranieri - commenta Alessandra Guidi, maestra alla Leonardo da Vinci - non vivono immersi nei pregiudizi razzisti. Ma vengono messi in discussione alcuni loro punti fermi: primo fra tutto la lingua. E poi anche il loro ruolo: spesso devono fare da interpreti ai loro genitori. Questa può essere una difficoltà reale». I problemi più grossi che nascono sui banchi di scuola, tra alunni italiani e alunni nati in Italia ma di origini straniere, derivano dalla condivisione della lingua. «I ragazzi che non capiscono e non parlano l’italiano possono forse essere meno motivati alla partecipazione - afferma il professor Silvano Guerrini della scuola media Busoni-Vanghetti -. Ma il problema di convivenza più forte deriva dalla difficoltà di coinvolgere i genitori dei ragazzi stranieri: non vengono ai ricevimenti, non si interessano della vita scolastica». I pregiudizi, gli scherzi pesanti o semplicemente l’esclusione dal gruppo forse non sono del tutto risolte ancora, ma il dato di fatto, positivo, è che nelle scuole superiori nascono anche “circoli di studio” a favore degli studenti che riscontrano difficoltà linguistiche. «Quando si iscrivono alle superiori - ha detto la professoressa Nadia Del Torrione, dell’istituto Fermi - i nostri studenti hanno comunque già fatto le scuole medie in Italia e per questo solitamente sono anche ben inseriti nella vita sociale empolese».

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