FIRENZE. La riforma della cittadinanza agli immigrati è uno dei punti caldi del nuovo governo e del ministro degli interni Giuliano Amato: tra le proposte, lo ius solis, ossia la cittadinanza italiana per chi nasce in Italia, e tempi ridotti per ottenere la cittadinanza italiana anche per chi è immigrato da adulto. La Consulta islamica che riunisce rappresentanti di tutte le comunità islamiche italiane sta già pensando alcune proposte operative da inviare al ministro Amato. Favorevole a un rinnovamento normativo dell'argomento “cittadinanza” anche la comunità islamica fiorentina: la comunità che conta 20mila persone residenti in città e in periferia, provenienti da Maghreb, Algeria, Albania, Egitto, si prepara a lanciare le sue proposte.
“La cittadinanza è uno strumento che porta stabilità al migrante. Una stabilità che poi si riflette su tutta la società – sostiene Mourad Abderrezak, algerino, presidente della comunità islamica di Firenze, che ha sede in via Ghibellina -. Deve esserci una riduzione dei tempi d'attesa per avere la cittadinanza: ormai tutti si sono accorti che il fenomeno migratorio non è transitorio o di passaggio. E' un fenomeno permanente e per questo c'è bisogno di una maggiore chiarezza nella normativa legata alla cittadinanza”. L'iter burocratico attuale è troppo lungo e contorto, anche per chi è in Italia da tanti anni, come Mourad, a Firenze dal 1990. “Avere la cittadinanza consente di avere maggiori diritti anche per la tutela dei figli nati in Italia – presegue Mourad, mediatore culturale nelle scuole di Firenze e provincia – e per l'accesso al mondo del lavoro. Per la nuova normativa sulla cittadinanza ci aspettiamo di vedere facilitati i rapporti con le istituzioni, con gli enti, di dare maggiori diritti a una comunità immigrata che è sempre più plurale”.
La comunità islamica fiorentina vorrebbe vedere ridotto a 5 anni il tempo necessario per ottenere la cittadinanza - “come succede in Francia” sottolina Mourad, che in Italia ha avuto due figli, attualmente di cittadinanza algerina perché ancora minorenni – e un'attenzione superiore ai diritti delle famiglie migranti e dei rapporti con il mondo del lavoro e delle istituzioni.
Agnese Fedeli
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