EMPOLI. Ricorre oggi il 450º compleanno di un grande artista empolese: Jacopo Carrucci detto Il Pontormo. Comune e vari altri enti gli hanno fatto proprio un bel “regalo” per l’occasione: la ristrutturazione della sua casa natale, dove Jacopo ha trascorso gli anni giovanili, situata proprio nel centro di Pontorme. Qui in un futuro prossimo nascerà il Centro toscano per l’arte del Cinquecento. Il 2006 è anche il cinquecentesimo anniversario dalla morte dell’artista. Questo maggio rappresenta quindi una doppia festa per Carrucci, troppo spesso oscurato dalle sorti di Leonardo e degli altri grandi ingegni dell’Empolese. La casa natale, inaugurata due settimane fa, oggi è chiusa, ma è comunque aperta da giovedì a lunedì. Jacopo Carrucci, uno dei più noti esponenti del manierismo toscano, nacque il 24 maggio del 1494, quando Leonardo da Vinci e Michelangelo erano già i maestri indiscussi dell’arte pittorica toscana e internazionale. Morì a Firenze nel 1556. Proprio in quell’anno Jacopo Carrucci ha scritto con molta meticolosità il suo famoso “Diario di Jacopo da Pontormo fatto nel tempo che dipingeva il coro di San Lorenzo”. La copia originale del diario dell’artista, autografa con la sua firma, è custodito nella biblioteca nazionale di Firenze, mentre una copia anastatica è consultabile presso la casa-museo appena aperta e alla biblioteca “Renato Fucini”. Attraverso il Diario riusciamo a conoscere un po’ meglio il carattere di questo artista ancora in vita 500 anni fa, innovatore, noto e studiato a livello europeo, ma schivo nel carattere. Ombroso, chiuso nella sua volontà di sperimentare strade nuove nella pittura, nelle sue pagine annotava i suoi progressi nel dipinto che stava realizzando, ma anche i suoi cibi preferiti, vecchiaia, malattie e i fatti della sua quotidianità. Scrive nel maggio 1556: “Domenica desinai con Bronzino, che fu Sancta Croce. Lunedì cominciai quella figura, martedì feci la testa. Mercoledì el torso. Adì 6 di magio vendei 20 staia di grano e ebi una poliza del Monte. Giovedì le gambe. Venerdì e sabato sottole. Domenica desinai con Bronzino; e andammo a spasso dalla porta al Prato». (a.f.)
Nessun commento:
Posta un commento