mercoledì 3 maggio 2006

Gli studenti assolvono Dan Brown

Fave bianche e nere per il voto al processo celebrato al liceo Virgilio



«Solo un romanzo, un’opera di fantasia. E uno stimolo a studiare arte e storia»

EMPOLI. Per gli adolescenti empolesi Dan Brown è innocente: il suo romanzo non copie nessun crimine letterario. Anzi, riesce ad appassionare alla lettura giovani abituati più all’immagine che alla parola, e questo, anche a detta dei ragazzi, è un bene, Ieri si è ripetuto il processo a Dan Brown, il famoso scrittore del Codice da Vinci e gli studenti del liceo Virgilio hanno decretato la sua innocenza con 55 fave bianche contro 25 nere. I ragazzi, insomma, apprezzano la scrittura di Dan Brown, il suo stile cinematografico e il suo lasciar intendere qualcosa di epoche ormai passate e affascinanti.
Lo dice, per esempio, Benedetta Iozzelli, della 4º A liceo artistico: «Ho letto il Codice da Vinci e mi è piaciuto al punto che ho voluto leggere anche l’altro romanzo, Angeli e Demoni. Secondo me Dan Brown è innocente: il romanzo è bello, mi ha incuriosito rivedere le opere di Leonardo dopo averle studiate. Vorrei visitare il Louvre e muovermi negli scenari della storia». Ma nell’Ultima Cena, il personaggio vicino al Cristo è San Giovanni o la Maddalena? «In effetti ha il viso un po’ femminile...» dice Benedetta. «Anche io voto per l’innocenza - racconta Alessandro Sais, del liceo classico -. Il romanzo è bello, ben scritto. Ognuno di noi lo ha letto individualmente e poi ne abbiamo discusso in classe insieme alla professoressa Battifoglia». Il processo a Dan Brown, che rientra nel progetto didattico intitolato «Legere» curato dalla professoressa Maura Deri, ha voluto anche ricordare un’importante data leonardiana: il 2 maggio si ricorda infatti la morte del Genio, avvenuta ad Amboise. E dopo il Codice, tra un paio di settimane al liceo Virgilio i ragazzi incontreranno addirittura Federico Moccia, scrittore di «Tre metri sopra il cielo».
Il processo. Nella biblioteca del liceo classico è stata ricostruita una vera e propria aula di tribunale, presieduta dall’avvocato di Pistoia Gian Piero Ballotti. Il processo a Dan Brown, sempre giocoso ma comunque un dibattito di spessore, ha seguito le orme degli altri incontri pubblici organizzati da Sandra Landi e Alessandro Vezzosi sul tema del Codice da Vinci. Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale - ancora chiuso per restauro - propone un’accusa allo scrittore che scredita la figura di Leonardo definendolo più uno stregone che un artista. «Il nostro manifesto Salviamo Leonardo vuole cancellare la descrizione di Leonardo fatta nel romanzo di Dan Brown a pagina 62: l’autore parla di lui come di una persona avvezza alle magie oscure, servo della chiesa. Ma non è così».
Sandra Landi, dirigente scolastica del liceo Virgilio-Michelangelo, ha rappresentato la difesa in qualità di scrittrice. Secondo l’avvocato difensore il romanzo che ha fatto disquisire sulla possibile discendenza di Cristo e di un suo matrimonio con la Maddalena, dalla quale Gesù avrebbe avuto almeno un figlio, non ha niente di sbagliato: si basa sulla verosimiglianza, non sulla verità, non è un romanzo basato su documenti ufficiali e il lettore è ben cosciente che i riferimenti a fatti e persone realmente esistenti non vogliono dire che le cose siano andate così.
Il progetto didattico. Gli studenti che ieri hanno votato con il sistema della fava bianca (innocenza) e della fava nera (colpevolezza) sono della quinta A ginnasio, 2º B e D del linguistico e 4º A artistico.

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