Sarà collocato in piazza Matteotti: stamani inaugurazione e festa
L’hanno realizzato Gino Terreni ed Eugenio Taccini
MONTELUPO. Il monumento ai caduti di Montelupo ha trovato una nuova collocazione, più visibile e forse anche più armonica di prima. Sarà piazza Matteotti, attualmente in fase di recupero e risistemazione, il nuovo scenario del simulacro reinterpretato dal professor Gino Terreni e dalle mani di Eugenio Taccini, con la partecipazione della scuola di ceramica di Montelupo e anche del consorzio stabile costruttori di Lecce.
L’inaugurazione della nuova sistemazione dell’opera si tiene questa mattina dalle 10, quando il corteo cittadino partirà dal municipio, accompagnato dalla Filarmonica Nardini. Alle 10,30 in piazza Matteotti ci saranno i saluti delle autorità: presenti il sindaco Rossana Mori, l’onorevole Gustavo De Meo e l’onorevole Alberto Fluvi. E infine il benvenuto della città al monumento che vuole rendere dignità e giustizia alle vittime della guerra a Montelupo. Questa nuova opera di risistemazione e ricollocazione rientra in un più ampio progetto legato all’urbanistica e alla viabilità di Montelupo, che andrà a costare oltre un milione di euro.
«Il piano di recupero della sola piazza - ha detto l’architetto Antonino Gandolfo - costa circa 400mila euro». Nel progetto compaiono anche nuove aree verdi e nuovi posti auto. Un monumento che vuole raccontare la storia di tutti, una fetta di vita di tutti i cittadini di Montelupo dall’inizio della guerra al ritorno della pace. «In questo monumento si vedono tutte le fasi della nostra storia recente - ha commentato Gino Terreni -. L’arrivo della guerra, i bombardamenti, i campi di sterminio e infine il ritorno di un soldato, che costruisce la sua famiglia, si sposa e infine ha un bambino. Il piccolo manipola la creta, in quanto nato a Montelupo». Lo spostamento dell’opera e il suo ampliamento e restauro è avvenuto di concerto tra l’amministrazione comunale, l’associazione combattenti e reduci e l’Aned. «La nuova collocazione è molto bella - ha detto il cav. Lorenzo Giorgi, dell’associazione combattenti e reduci - anche se inizialmente eravamo scettici sulla proposta di cambiare il posto a questo simbolo di Montelupo”. In effetti il monumento ha vissuto nel tempo vicende controverse: è stato realizzato dopo la prima guerra mondiale e fu danneggiato nel periodo fascista, quando per soddisfare la necessità di ferro per la fusione e la realizzazione dei proiettili, venne presa la parte in metallo e lasciata solamente la base. E’ rimasto in questo modo fino al 1996, anno in cui Lorenzo Giorgi decise, insieme ad altri interlocutori, tra i quali Gino Terreni e i fratelli Taccini, di restituire l’antico splendore al monumento».
Agnese Fedeli
L’hanno realizzato Gino Terreni ed Eugenio Taccini
MONTELUPO. Il monumento ai caduti di Montelupo ha trovato una nuova collocazione, più visibile e forse anche più armonica di prima. Sarà piazza Matteotti, attualmente in fase di recupero e risistemazione, il nuovo scenario del simulacro reinterpretato dal professor Gino Terreni e dalle mani di Eugenio Taccini, con la partecipazione della scuola di ceramica di Montelupo e anche del consorzio stabile costruttori di Lecce.
L’inaugurazione della nuova sistemazione dell’opera si tiene questa mattina dalle 10, quando il corteo cittadino partirà dal municipio, accompagnato dalla Filarmonica Nardini. Alle 10,30 in piazza Matteotti ci saranno i saluti delle autorità: presenti il sindaco Rossana Mori, l’onorevole Gustavo De Meo e l’onorevole Alberto Fluvi. E infine il benvenuto della città al monumento che vuole rendere dignità e giustizia alle vittime della guerra a Montelupo. Questa nuova opera di risistemazione e ricollocazione rientra in un più ampio progetto legato all’urbanistica e alla viabilità di Montelupo, che andrà a costare oltre un milione di euro.
«Il piano di recupero della sola piazza - ha detto l’architetto Antonino Gandolfo - costa circa 400mila euro». Nel progetto compaiono anche nuove aree verdi e nuovi posti auto. Un monumento che vuole raccontare la storia di tutti, una fetta di vita di tutti i cittadini di Montelupo dall’inizio della guerra al ritorno della pace. «In questo monumento si vedono tutte le fasi della nostra storia recente - ha commentato Gino Terreni -. L’arrivo della guerra, i bombardamenti, i campi di sterminio e infine il ritorno di un soldato, che costruisce la sua famiglia, si sposa e infine ha un bambino. Il piccolo manipola la creta, in quanto nato a Montelupo». Lo spostamento dell’opera e il suo ampliamento e restauro è avvenuto di concerto tra l’amministrazione comunale, l’associazione combattenti e reduci e l’Aned. «La nuova collocazione è molto bella - ha detto il cav. Lorenzo Giorgi, dell’associazione combattenti e reduci - anche se inizialmente eravamo scettici sulla proposta di cambiare il posto a questo simbolo di Montelupo”. In effetti il monumento ha vissuto nel tempo vicende controverse: è stato realizzato dopo la prima guerra mondiale e fu danneggiato nel periodo fascista, quando per soddisfare la necessità di ferro per la fusione e la realizzazione dei proiettili, venne presa la parte in metallo e lasciata solamente la base. E’ rimasto in questo modo fino al 1996, anno in cui Lorenzo Giorgi decise, insieme ad altri interlocutori, tra i quali Gino Terreni e i fratelli Taccini, di restituire l’antico splendore al monumento».
Agnese Fedeli
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