mercoledì 17 maggio 2006

Tutti i segreti di Monnalisa in un dvd, La Prealpina, 14 maggio 2006

FIRENZE. Chi o che cosa si nasconde dietro al sorriso ambiguo della Monnalisa custodita al Louvre? Tema attuale e controverso, in questi pochi giorni che ci separano dall'uscita del “Codice da Vinci”. Tema al quale ha dato alcune interpretazioni il convegno “La Monnalisa segreta” che si è tenuto ieri a Palazzo Medici Riccardi a Firenze, sede dell'amministrazione provinciale. Al centro del dibattito, il video della studiosa di Leonardo da Vinci Lilian Schwartz, mai proiettato prima in Italia, nel quale sono documentati gli studi digitali sulle opere leonardiane.
L'americana Lilian Schwartz è stata la prima a proporre la tesi che il volto quieto della Gioconda sia in realtà l'autoritratto del genio nato a Vinci. I suoi studi che, recentemente, hanno coinvolto anche l'Ultima Cena e il cenacolo di Milano, sono da oggi raccolti nel video “The Hidden Monnalisa”, Monnalisa Segreta, appunto. Il dvd, che comincia a circolare tra gli intellettuali di tutto il mondo proprio in questo periodo, è aggioranto alle ultime scoperte di quest'anno.
Dalle parole di Lilian Schwrtz emergono alcune ipotesi precise. Relativamente alla questione dell'autoritratto, la Schwartz non ha alcun dubbio: i lineamenti della Monnalisa equivalgono a quelli del famoso volto di Leonaordo da anziano. Le ultime scannerizzazioni e vettorializzazioni dei due quadri mostra che la misura tra la pupilla e il naso è la stessa. Così come succede per tutte le altre proporzioni del volto. In questo senso, Monnalisa rappresenta l'autoritratto di Leonardo da Vinci, in quanto le due figure sembrano equivalere nelle misure, nella grazia e nel movimento dello sguardo.
Liliana Schwartz sostiene, inoltre, che quella ritratta nel famoso quadro del Louvre potrebbe eessere la duchessa Isabella D'Aragona, ipotesi accreditata dall'esistenza di un bozzetto leonardiano che ritrae la stessa Isabella, precedente di alcuni anni. “La posa e il contesto della duchessa – afferma la studiosa americana – sono le stesse della Monnalisa. Tant'è che un restauratore che ha lavorato sul bozzetto della duchessa ha dipinto lì sopra il volto della Gioconda”.
Ma se era il ritratto di un personaggio preciso, perché Leonardo avrebbe inserito nel dipinto anche i propri lineamenti? “Leonardo era bravissimo a dipingere quando aveva di fronte a sé i modelli e le modelle – dice ancora la studiosa – mentre non aveva la capacità di improvvisazione nella pittura. Io penso che abbia cominciato il ritratto di Isabella mentre la duchessa era presente e che nei momenti finali della lavorazione del quadro Isabella fosse lontana e che per questo il Genio abbia aggiunto alcune sue caratteristiche somatiche”.
Questa visione dell'opera leonardiana è del tutto osteggiata da Alessandro Vezzosi, direttore del Muyseo Ideale di Vinci che sostiene, al contrario, che la Gioconda sia un ritratto concettuale del senso dell'arte in Leonardo. “Per Leonardo, dipingere se stessi all'interno delle proprie opere – ha detto Vezzosi durante il convegno – rappresentava il sommo difetto dei pittori”.
Agnese Fedeli

Nessun commento: